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Giuliopoli è una frazione di Rosello (CH) che fa parte, insieme al capoluogo comunale, della Comunità Montana Medio Sangro e sorge a 736 m sul livello del mare.

Giuliopoli prende il nome da Giulio Caracciolo, fratello di San Francesco Caracciolo e sepolto in una chiesa di Roio del Sangro. Nel settembre del 1640 da Giulio Caracciolo fu posata la prima pietra del paese.

Inizialmente il paese contava 70 anime, in seguito, nell'800 contava 200 unità dedite per lo più all'agricoltura ed alla pastorizia.

Nel 1805, per volontà del governo francese, Giuliopoli perdette l'autonomia amministrativa. Dapprima le riunioni comunali si tennero a Roio del Sangro, in seguito Giuliopoli divenne frazione di Rosello.

Durante la seconda guerra mondiale i tedeschi fecero saltare con le mine tutte le case del paese.

Negli anni sessanta l'emigrazione in cerca di fortuna fece ridurre drasticamente la popolazione. Popolazione che ogni tanto ritorna per le ferie.

Tra i monumenti, il C…

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Ambiente

La bellezza delle Gole di Fara San Martino

Una passeggiata tra rocce maestose

 

Le suggestive Gole di San Martino sono una delle meraviglie naturali della Majella e sono situate vicino al paese di Fara San Martino in provincia di Chieti, paese anche molto noto per la produzione della pasta. Secondo la tradizione cristiana fu Fra Martino che aprì gli stretti valichi tra le rocce per permettere agli abitanti del posto di raggiungere i pascoli verdi e le sorgenti più in alto. In realtà le gole sono state formate dall’erosione del torrente Verde.

Le gole sono suddivise in tre parti:

  • la prima detta Vallone di Santo Spirito, nome dall'omonima grotta;
  • la seconda detta Macchia Lunga;
  • la terza detta Valle Cannella.

Alla fine dell'abitato di Fara San Martino inizia una discesa che porta fino all'accesso alle gole. I primi 50 metri di percorso sono costituiti da pareti rocciose molto alte e imponenti e talmente vicine che è possibile toccarle entrambe allargando la braccia. C’è luce, ma non si riesce a vedere il sole in questo tratto di percorso.

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Se a partire dalle regioni più meridionali in Italia la coltivazione dell’olivo si sviluppa nel IV-III sec. a.C., in Abruzzo, viste le favorevoli condizioni pedoclimatiche (cioè, l’insieme delle condizioni del suolo e del clima), questa coltura non tarda ad affermarsi. Le prime tracce della vocazione olivicola dell’Abruzzo risalgono al periodo della dominazione romana, quando le misure protezionistiche adottate da Roma favoriscono una espansione dell’olivicoltura ed anche dell’industria olearia con il fiorire di numerosi “trapetum”, di cui una splendida testimonianza si rinviene a Pennapiedimonte (CH). Con il vocabolo latino “trapetum” si indica il “trappeto” o “frantoio” o “torchio” delle olive. Virgilio attesta la presenza dell’olivo nella Marsica, mentre Ovidio ne documenta la produzione nella Valle Peligna. Nell’età imperiale, inoltre, numerosi sono gli scambi commerciali tra i Municipi Romani della nostra regione (Anxanum, Histonium, Cluviae, l’attuale Piano La Roma di C…

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I bocconotti sono dei dolci tipici della tradizione abruzzese, ma anche molisana, lucana, pugliese e calabrese con un ripieno che varia a seconda delle località in cui viene prodotto. La leggenda popolare fa risalire la prima elaborazione di questo dolce alla fine del Settecento, nel territorio abruzzese. In quel periodo infatti iniziò l'importazione di cioccolato e caffè. Si narra che in un paese d'Abruzzo (Castel Frentano, in provincia di Chieti) una domestica, per omaggiare il suo padrone, goloso di questi due nuovi prodotti, inventò un dolce che ricordava la tazzina di caffè (naturalmente senza manico e senza coperchio), realizzando l'esterno con la pasta frolla e riempiendo l'interno con caffè e cioccolato liquidi. Alla prima cottura vide che il ripieno rimaneva troppo liquido; allora decise di addensarlo con mandorle (che in Abruzzo venivano importate dalla Puglia) e tuorli d'uova e di ricoprire la “tazzina” con un coperchio che a cottura ultimata spolverò di zucchero a…

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Gastronomia

Rintrocili, Pallotte cacio e uova

Alcuni piatti della cucina tipica abruzzese

Rintrocili

 


La pasta in Abruzzo racconta una delle tradizioni più antiche e la fama dei pastifici abruzzesi è diffusa ancora oggi in tutto il mondo. Proprio l’utilizzo delle acque purissime delle sorgenti montane, ha legato al territorio la produzione industriale di pasta, portandola a competere addirittura sin dall’ottocento con la nota tradizione napoletana.

L’abruzzese non ha tuttavia rinunciato a interpretare l’abilità degli antichi maestri pastai anche dentro le mura domestiche e, servendosi degli strumenti indispensabili nella produzione casalinga, ha dato una certa notorietà ad alcuni dei più tradizionali formati di paste fatte in casa. Uno degli aspetti più interessanti di questa tradizione è il modo in cui certi formati di pasta abbiano appunto preso nome dagli attrezzi stessi, impiegati per la loro produzione.

Tra questi trova sicuramente posto il “rintrocilo”. Si tratta di una pasta che deriva la sua origine d…

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La transumanza è la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane (nella stagione estiva) verso quelli delle pianure (nella stagione invernale). Per transumanza si intende quindi lo spostamento periodico del bestiame, soprattutto ma non esclusivamente ovino, fra due pascoli che vengono sfruttati stagionalmente, situati rispettivamente in pianura, dove d’inverno il clima è più mite e c’è abbondanza di nutrimento, ed in montagna, dove il bestiame trova un buon pascolo in primavera, ma soprattutto in estate. L’ambiente e il clima sono quindi la ragione della transumanza. La parola transumanza deriva dal verbo transumare, ossia: attraversare, transitare sul suolo. Il verbo è costituito con l'accostamento del prefisso latino “trans” che vuol dire: al di là, attraverso, e della parola latina “humus”, che vuol dire suolo, terreno.

La transumanza avveniva lungo le strade pubbliche al bordo delle quali gli …

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“Il discorso del re” (“The King's Speech”) è un film del 2010 diretto da Tom Hooper di produzione inglese e australiana e ambientato nella corte reale inglese negli anni tra il 1925 e il 1940. Interpretato da Colin Firth (nei panni di Albert, Duca di York, soprannominato Bertie e futuro re Giorgio VI), Geoffrey Rush (nei panni del logopedista australiano Lionel Logue), Helena Bonham Carter (nei panni di Lady Elisabetta Lyon, moglie del Duca di York) e Guy Pearce (nei panni di Edward, erede al trono d’Inghilterra e fratello maggiore del Duca di York), il film, ispirato a una storia vera, ruota attorno ai problemi di balbuzie di re Giorgio VI e al rapporto con il logopedista Lionel Logue, che l'ebbe in cura. Il film ha vinto 4 premi Oscar su 12 candidature: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura originale.

Bertie è afflitto dall'infanzia da una grave forma di balbuzie, che gli aliena la considerazione del padre, il favore della corte…

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Campli (Chimblë in dialetto abruzzese) è un comune italiano di 7.170 abitanti della provincia di Teramo in Abruzzo. Fa parte della Comunità montana della Laga. Di origine antichissima, Campli mostra ancora oggi nel suo tessuto architettonico, la sua passata grandezza. A testimonianza di ciò, vi sono innumerevoli monumenti ed edifici capaci di suscitare stupore per la loro bellezza ed autenticità. Le sue viuzze e le sue mura sono un unico grande scrigno colmo di storia e di tesori d’arte.

Abitata sin dall’epoca preromana, come testimonia la necropoli rinvenuta nella vicina Campovalano, Campli conosce il suo massimo splendore nel Medioevo, quando sotto il controllo dei Farnese diventa luogo d’incontro di pittori e artisti provenienti anche dalle scuole di maestri come Giotto e Raffaello, per citarne solo alcuni.

Tra i capolavori che ancora oggi impreziosiscono il centro storico:

 

 

  • La Cattedrale di Santa Maria in Platea (XIV secolo) sorge nella piazza pri…
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Turismo

Civitella del Tronto, tra i borghi più belli d'Italia

Un paese dominato dalla Fortezza

 

Civitella del Tronto è un comune italiano di 5.089 abitanti della provincia di Teramo nel nord dell’Abruzzo, situato a 589 m s.l.m., ed appartiene all'Unione dei comuni della Val Vibrata. Il comune è incluso nella Comunità montana della Laga e nel Club dei borghi più belli d'Italia. Le sue origini sono antichissime: è dell’XI secolo la prima fonte documentaria che cita “Tibitella” come città di confine tra la conca aprutina e quella ascolana. Essa assunse una specifica funzione di controllo del confine nel XII e XIII secolo. Non ci sono testimonianze dell’antico assetto della cittadina, tuttavia sono gli Angioini che potenziano Civitella con torri di fiancheggiamento e una cinta muraria, di cui ancora oggi si conservano dei resti.

Il borgo fortificato subisce ulteriori e importanti modifiche nel corso degli anni, tra essi ricordiamo il potenziamento difensivo per l’assedio del 1557 da parte dei francesi alleati del papa e la successiva costruzione della Fortezza a partire …

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Cultura

Cronache Ribelli

Oggi abbiamo cominciato a leggere alcune prime pagine dell'almanacco Cronache Ribelli (pagina su Facebook).

I singoli e le moltitudini raccontati tra le pagine di questo almanacco non sono attori della Grande Storia. Nessun re, capo di stato o generale, ma uomini comuni e straordinari. Comuni perché nella perenne trincea della Storia hanno visto il campo di battaglia tra i reticolati del filo spinato e non dalle retrovie. Straordinari perché disertori della guerra che cercavano di imporgli e protagonisti dell’unico conflitto che vale la pena combattere: quello per l’emancipazione collettiva.

Le storie di Ruby Bridges (11 ottobre), George Stinney Jr. (10 ottobre) e Peter Norman (30 settembre). Da ultima - ma non per importanza - quella di Oreste Fernando Nannetti, internato nel manicomio di Volterra (13 maggio, in foto).

Ne siamo rimasti profondamente colpiti e entusiasti. Sia per l'efficacia con cui si presenta questo progetto culturale con le sue finalità, sia per la semplicità di lettura e di approccio (una pagina al giorno per una storia al giorno, con la possibilità di dibattere insieme di quanto si è appena letto), sia soprattutto per la possibilità - offerta a chiunque - di immedesimarsi con naturalezza nel vissuto di quelle donne e quegli uomini "comuni ma straordinari".

Quando il testo, tra le sue righe, ci ha proposto il superamento di ogni categoria ed etichetta socialmente imposta, inclusa quella del "pazzo" e del "malato", di superare le costrizioni a una condizione di "marginalità" e di "discriminazione" sociale, ci siamo sentiti noi stessi come i protagonisti di quelle pagine.

Con l'occasione, abbiamo deciso di metterci in contatto con gli autori, per invitarli come ospiti della nostra comunità per potersi confrontare insieme su questo importante lavoro.

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